aprile 2012


Proseguono metodiche le operazioni di spegnimento. Giorno per giorno accumulo la mia porzione di cenere.

“Rilassiamoci. Tanto non smetteremo mai di cercare ciò che non abbiamo.”

“Che cosa dovrei farci io nel mondo, in questo mondo di pettinature a schiaffo senza di te. Come ipotesi la trovo agghiacciante.”M.

“Ogni tanto faccio delle battute a sfondo sessuale così gli amici mi riconoscono nonostante l’alienazione collettiva.” M.

“Mai più!” diceva imperiosa la sua volontà. “Domani ancora!” supplicava il cuore singhiozzante.” H. Hesse

“Quando ho detto che mi sarei fatto una sega pensando a te l’hai presa male, ma io non ce l’avevo il coraggio di dirti che ti amo.” C. Bukowski

“Alcol + fumo e non ho più bisogno di nessuno”  E.J.

La mia parte egoista vorrebbe anche sapere se sei infelice come me, perché vedessi come sono stanco di camminare da solo dentro la tristezza, a volte capita che piango senza sentirmi il singhiozzo.
Vorrei anche sapere se, quando è l’ora che il tramonto si siede sopra il sole, spingendolo giù, giù fin sotto il mare, sei sempre là, davanti alla finestra, a osservare quel trapasso e a pensarmi. Una volta lo facevi, e oggi? Ti scongiuro tanto, mandami a dire. Cara, com’è assurdo questo nostro amore, che viveva meglio quando stavamo peggio, ma dentro quel peggio poi è venuto qualcuno e ci ha detto “Eccovi la libertà! Prendere e andare”. Che brutto affare è stato, se è vero che oggi siamo prigionieri della distanza. Sapessi che rimpianto quando mi
giro e guardo la nostra cronaca di ieri, ora pagherei tutta la fatica che ho per prendermi le spalle e mettermele davanti, trasformando il nostro passato in futuro; succede anche a te? Se sì, mandami a dire, sarà meno dura sperare. Se solo potessi liberarmi da questa libertà, la scambierei immediatamente con il nostro vecchio Casamento.

[…] Cara, cara come il segreto più intimo che non si’ può confidare, adesso chiudo perché comincio a sentirmi stanco, anche oggi ho camminato inutilmente tutto il giorno in cerca di te. Ancora una cosa volevo chiederti: come mai le lettere che ti scrivo finiscono tutte per tornarmi indietro? Non sarà mica che hai cambiato casa o città? Se sì, mandami a dire, così non mi scrivo più da solo. E continuo a cercarti anche col telefono, però da anni non risponde nessuno. Ma non mi arrendo, tu sai che ho la testa dura dell’amore, così da un mese ogni giorno faccio un numero diverso e, siccome la coincidenza esiste, prima o dopo ti troverò. Io dalla mia ho una speranza che vince mille a zero sulla pazienza, così so e ho sempre saputo che un giorno…

P. Roveredo

Poi sei venuta tu,
e t’è bastata un’occhiata
per vedere
dietro quel ruggito,
dietro quella corporatura,
semplicemente un fanciullo.
L’hai preso,
hai tolto via il cuore
e, così,
ti ci sei messa a giocare,
come una bambina con la palla.
E tutte,
signore e fanciulle,
sono rimaste impalate
come davanti a un miracolo.
“Amare uno così?
Ma quello ti si avventa addosso!
Sarà una domatrice,
una che viene da un serraglio”!
Ma io, io esultavo.
Niente più
giogo!
Impazzito dalla gioia,
galoppavo,
saltavo come un indiano a nozze,
tanto allegro mi sentivo,
tanto leggero.

Vladimir Majakovski, 1930

L’amore il pomeriggio  – E. Rohmer  ’72